Tra i temi più delicati affrontati dal nuovo impianto normativo, emerge quello legato alla tutela della proprietà intellettuale, in particolare in relazione a opere creative e innovazioni sviluppate con il supporto dell’IA.
Diritto d’autore e IA: verso una tutela “ibrida”
Uno degli interventi più rilevanti riguarda la modifica della Legge sul diritto d’autore (n. 633/1941), che viene aggiornata per rispondere alle nuove modalità creative legate all’intelligenza artificiale. La legge riconosce infatti che:
- le opere generate con l’ausilio di sistemi IA possono essere protette, a condizione che vi sia un apporto umano creativo, dimostrabile e rilevante;
- è consentito il text and data mining per l’addestramento dei modelli IA, purché l’accesso ai dati sia legittimo e non riservato dal titolare dei diritti, in linea con la Direttiva UE sul Copyright.
Questo approccio mira a bilanciare innovazione tecnologica e tutela autoriale, evitando che contenuti prodotti interamente da sistemi automatici possano accedere alle stesse forme di protezione riservate alla creatività umana.
Brevettabilità dell’IA: cosa è (realmente) tutelabile
Anche sul fronte brevettuale, la prassi dell’EPO spinge verso una maggiore chiarezza. L’IA non è brevettabile in quanto tale – non lo è l’algoritmo in sé – ma lo diventa quando si traduce in una soluzione tecnica concreta a un problema specifico, sotto forma di applicazione software o hardware.
Nella redazione di una domanda di brevetto per sistemi IA è importante descrivere con precisione:
- l’architettura del modello (es. reti neurali),
- gli input e output del sistema,
- le modalità di addestramento,
- e le metriche di performance.
Tutti elementi che contribuiscono a dimostrare l’inventiva e l’applicazione tecnica della soluzione proposta.
Perché serve una strategia chiara
In un contesto normativo in rapida evoluzione, le imprese non possono più improvvisare: che si tratti di sistemi IA incorporati in prodotti industriali o di modelli software destinati a settori specifici, è fondamentale:
- identificare fin da subito cosa è effettivamente tutelabile,
- verificare la conformità alle normative europee,
- gestire con attenzione gli aspetti di compliance, trasparenza e tracciabilità richiesti dai nuovi standard regolatori.
Un’analisi tecnica e legale preventiva permette non solo di evitare ostacoli in fase di brevettazione o registrazione dei diritti, ma anche di rafforzare la posizione competitiva sul mercato.
Conclusioni: creatività, innovazione e diritto vanno ripensati insieme
Con la nuova legge sull’IA e l’AI Act europeo, si apre una fase di nuova governance per la proprietà intellettuale. Il diritto è chiamato a interpretare e accompagnare i cambiamenti tecnologici, trovando un equilibrio tra tutela della creatività umana e riconoscimento dell’apporto tecnico dell’intelligenza artificiale.
Il nostro supporto
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