Intelligenza Artificiale e proprietà intellettuale: cosa cambia con la nuova legge italiana

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge n. 132/2025, l’Italia ha introdotto un quadro normativo nazionale sull’intelligenza artificiale che si affianca e integra il Regolamento europeo AI Act (UE 2024/1689). La norma, in vigore dal 10 ottobre 2025, punta a regolamentare l’uso dell’IA in settori chiave come sanità, lavoro, giustizia, pubblica amministrazione e protezione dei dati personali, offrendo strumenti di governance adatti al contesto italiano.

Tra i temi più delicati affrontati dal nuovo impianto normativo, emerge quello legato alla tutela della proprietà intellettuale, in particolare in relazione a opere creative e innovazioni sviluppate con il supporto dell’IA.

Diritto d’autore e IA: verso una tutela “ibrida”

Uno degli interventi più rilevanti riguarda la modifica della Legge sul diritto d’autore (n. 633/1941), che viene aggiornata per rispondere alle nuove modalità creative legate all’intelligenza artificiale. La legge riconosce infatti che:

  1. le opere generate con l’ausilio di sistemi IA possono essere protette, a condizione che vi sia un apporto umano creativo, dimostrabile e rilevante;
  2. è consentito il text and data mining per l’addestramento dei modelli IA, purché l’accesso ai dati sia legittimo e non riservato dal titolare dei diritti, in linea con la Direttiva UE sul Copyright.

Questo approccio mira a bilanciare innovazione tecnologica e tutela autoriale, evitando che contenuti prodotti interamente da sistemi automatici possano accedere alle stesse forme di protezione riservate alla creatività umana.

Brevettabilità dell’IA: cosa è (realmente) tutelabile

Anche sul fronte brevettuale, la prassi dell’EPO spinge verso una maggiore chiarezza. L’IA non è brevettabile in quanto tale – non lo è l’algoritmo in sé – ma lo diventa quando si traduce in una soluzione tecnica concreta a un problema specifico, sotto forma di applicazione software o hardware.

Nella redazione di una domanda di brevetto per sistemi IA è importante descrivere con precisione:

  1. l’architettura del modello (es. reti neurali),
  2. gli input e output del sistema,
  3. le modalità di addestramento,
  4. e le metriche di performance.

Tutti elementi che contribuiscono a dimostrare l’inventiva e l’applicazione tecnica della soluzione proposta.

Perché serve una strategia chiara

In un contesto normativo in rapida evoluzione, le imprese non possono più improvvisare: che si tratti di sistemi IA incorporati in prodotti industriali o di modelli software destinati a settori specifici, è fondamentale:

  1. identificare fin da subito cosa è effettivamente tutelabile,
  2. verificare la conformità alle normative europee,
  3. gestire con attenzione gli aspetti di compliance, trasparenza e tracciabilità richiesti dai nuovi standard regolatori.

Un’analisi tecnica e legale preventiva permette non solo di evitare ostacoli in fase di brevettazione o registrazione dei diritti, ma anche di rafforzare la posizione competitiva sul mercato.

Conclusioni: creatività, innovazione e diritto vanno ripensati insieme

Con la nuova legge sull’IA e l’AI Act europeo, si apre una fase di nuova governance per la proprietà intellettuale. Il diritto è chiamato a interpretare e accompagnare i cambiamenti tecnologici, trovando un equilibrio tra tutela della creatività umana e riconoscimento dell’apporto tecnico dell’intelligenza artificiale.

Il nostro supporto

Il nostro team multidisciplinare è pronto ad affiancare imprese, startup e professionisti in tutte le fasi di sviluppo, utilizzo e tutela dei sistemi IA:

  1. Analisi di tutelabilità di opere e invenzioni assistite da IA
  2. Consulenza su brevetti e diritto d’autore in ambito tecnologico
  3. Strategia per la protezione e valorizzazione degli asset IP

Contattaci per una consulenza su misura e trasforma la tua innovazione in un vantaggio competitivo sicuro e protetto.

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