E’ Possibile Tutelare Un’idea?

A chi non è mai capitato di pensare di avere avuto un’idea geniale e di volerla brevettare? Ma cosa vuol dire e cosa implica ottenere un “brevetto”? E quali sono concretamente le forme di protezione a disposizione per tutelare un’idea? Questo breve testo farà riferimento a concetti base della proprietà intellettuale ed industriale per dare una risposta alle summenzionate domande.

In primis, è fondamentale precisare che non è possibile brevettare un’idea in sé, almeno non nella sua definizione più astratta e generale di concetto, ma solo nella sua attuazione pratica. Detto ciò, questo breve testo analizzerà quali strumenti esistono per la sua tutela e in quali casi è possibile farne ricorso. Ci riferiamo, nell’ambito della proprietà intellettuale ed industriale, a brevetti d’invenzione, modelli di utilità, disegni o modelli, nomi di dominio, tutela del know how segreto e diritto d’autore. È importante tenere presente che l’uso di strumenti inadatti può, in diversi casi, causare la perdita definitiva di qualsiasi possibilità di tutelare un’idea, per quanto questa possa essere degna di nota ed innovativa.

 

La prima fase è quella di inquadrare come un’idea possa diventare “reale”: da essa può, ad esempio, nascere una vera e propria invenzione, un oggetto o un procedimento, o semplicemente una modifica a qualcosa di già esistente che ne migliori l’utilizzo, o ancora una forma estetica. Una volta chiaro come materializzare l’idea, a seconda della tipologia, si individua la forma di protezione più adatta:

Il brevetto di invenzione protegge gli aspetti tecnici di un’invenzione e concede al titolare il diritto di impedirne a chiunque la produzione, l’uso e la messa in commercio, per periodo di tempo massimo di vent’anni (l’unica possibile eccezione riguarda i brevetti farmaceutici, i quali si possono, in alcune circostanze, avvalere di un prolungamento oltre la durata di vent’anni). Oltre alla applicabilità industriale, l’invenzione deve possedere novità e originalità, cioè deve essere nuova rispetto a tutto ciò che era noto nel mondo al momento del deposito della domanda, e caratteristiche inventive che la rendano innovativa rispetto alla tecnologia nota.

 

Per tutte quelle soluzioni che non possiedono un contributo inventivo netto e rilevante, ma che riguardano innovazioni ad oggetti o strumenti già esistenti tali da renderne maggiormente pratica ad esempio l’utilizzazione, si ricorre al modello di utilità. Quest’ultimo ha una durata di dieci anni, e riveste particolare importanza perché può funzionare come un “paracadute” nel caso in cui, proprio per insufficienza di altezza inventiva, la procedura di brevetto per invenzione non vada a buon fine, permettendo di godere comunque di un certo grado di tutela per la vostra soluzione. Precisiamo che un procedimento non può essere protetto in quanto modello di utilità.

 

Supponiamo adesso che la nostra idea consista in un prodotto, nuovo e frutto di un personale processo creativo, ma che effettivamente non sia in grado di produrre alcun effetto pratico. È semplicemente un prodotto particolare con una o più caratteristiche estetiche distintive, ad esempio nella forma, nei colori, nelle linee o nella struttura. In questo caso, il nostro prodotto potrebbe essere registrabile nella categoria dei disegni e modelli. Andremmo così a proteggerne l’aspetto estetico generale, o quello di alcuni suoi elementi particolari, e potremo impedire che altri copino o imitino il nostro prodotto senza autorizzazione.

 

L’importanza di questa forma di tutela risulta ancora più marcata se si considera che protegge un prodotto dalle imitazioni a prescindere da come queste funzionano o si possono usare, e a prescindere dai materiali con cui è realizzato. Un disegno o modello registrato, inoltre, può accrescere considerevolmente il valore già intrinseco della nostra creazione, perché evidenzia e rafforza l’importanza delle sue caratteristiche individualizzanti all’interno del mercato.

 

Potrebbe anche accadere che la nostra idea, in virtù delle sue caratteristiche innovative, venga utilizzata all’interno di un’azienda, per esempio nel caso di un procedimento particolarmente efficiente o di know-how sviluppato nel tempo: in questa eventualità può valere la pena di proteggerla mediante segreto industriale. Contrariamente al brevetto, non ha criteri tanto restrittivi, ma si può applicare a qualsiasi cosa che ha valore nella sua segretezza e esclusività. Ovviamente, occorre mettere in atto ogni accortezza per far sì che il know how segreto sia trattato in quanto tale, e che chiunque ne venga a conoscenza sia cosciente del fatto che sta ricevendo informazioni segrete. Inoltre, si deve tenere conto che una volta che le informazioni segrete diventano di dominio pubblico, a meno che ciò non avvenga a causa di un abuso, la materia oggetto del know how segreto non è più brevettabile.

 

Per finire, quando l’idea in questione è di ambito artistico e creativo, oppure si tratta di un software non brevettabile, si può fare ricorso al diritto d’autore, che consente la totale esclusività della creazione, e chiunque la voglia utilizzare, in tutto o in parte, dovrà sempre citarne la fonte, e non potrà in ogni caso farlo a fini commerciali, senza la specifica autorizzazione dell’autore.

 

In definitiva, gli strumenti per tutelare un’idea possono essere molteplici. Ognuna di queste possibilità presenta le proprie peculiarità e caratteristiche; è infatti compito di professionisti del settore individuare quale sia la strategia di tutela più adatta.

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