La proposta ha come scopo di armonizzare per quanto possibile le norme al livello Europeo al fine di offrire un regime comune in vigore in ogni singolo stato membro. Sebbene la proposta sia stata approvata, il testo definitivo potrà essere emesso solo una volta finite le negoziazioni tra i vari paesi e le istituzioni dell’Unione Europea.
A seguito della dibattuta questione sulla tutela del copyright online, la nuova proposta di direttiva assegna alcune responsabilità alle grandi piattaforme digitali circa i contenuti caricati sul web. Invero, rilevanti modifiche risultano essere state adottate in relazione agli articoli 11 e 13.
L’articolo 11 diventato noto come “link tax” – prevede che la pubblicazione dei cosiddetti snippet (i ritagli di articolo che copia-incollano titolo e prime righe di un articolo, rimandando poi al link) sia vincolata a una licenza, imponendo alle grandi piattaforme online di remunerare giornalisti e artisti ogni qual volta vengano condivisi i loro lavori su Internet. Non solo gli editori ma anche gli artisti, musicisti, sceneggiatori e interpreti dovranno riscuotere una ‘remunerazione equa e proporzionata’ quando opportuno. Sono immuni a tale riforma piattaforme emergenti, quali start-up, e siti con fini non commerciali, quali enciclopedie online, come ad esempio Wikipedia. Per quel che concerne gli hyperlink, la riforma specifica che la condivisione di collegamenti ipertestuali ad articoli sul web non è contraria al diritto di copyright sugli stessi.
Inoltre, la riforma ha contribuito a modificare in modo sostanziale anche l’articolo 13, che istituisce invece il cosiddetto “upload filter”, un filtro che impedisce agli utenti di caricare su piattaforme online materiale protetto da diritto intellettuale. Lo scopo della nuova regolamentazione è di imporre alle piattaforme online di dotarsi di licenze che autorizzino la diffusione dei contenuti soggetti al diritto d’autore. In tal modo, editori, produttori etc., possono usufruire di un maggiore controllo sulla circolazione digitale dei loro lavori, a meno che non deleghino essi stessi i loro diritti.
Analizzando nel dettaglio i contenuti, la riforma è stata approvata con 438 voti a favore, 226 contrari e 39 astensioni dal Parlamento Europeo, riunito a Strasburgo in seduta plenaria, adottando inoltre a maggioranza il mandato per avviare i negoziati con Consiglio e Commissione Ue, necessari per giungere alla definizione del testo legislativo finale.
La direttiva è composta dai seguenti titoli:
- titolo I, contenente le disposizioni generali che precisano l’oggetto e l’ambito di applicazione della direttiva e forniscono definizioni che dovranno essere interpretate in modo uniforme nell’Unione;
- titolo II, contenente misure miranti ad adeguare le eccezioni e le limitazioni all’ambiente digitale e al contesto transfrontaliero;
- titolo III, contenente misure volte a migliorare le pratiche di concessione delle licenze e a garantire un più ampio accesso ai contenuti. In particolare l’articolo 7 impone agli Stati membri di istituire un meccanismo giuridico che faciliti gli accordi di licenza per opere e altro materiale fuori commercio mentre l’articolo 8 garantisce l’effetto transfrontaliero di tali accordi;
- titolo IV, contenente misure volte a creare un mercato ben funzionante per il diritto d’autore. In particolare gli articoli 11 e 12 prevedono la possibilità per gli Stati membri di fornire a tutti gli editori la possibilità di reclamare una parte del compenso previsto per gli utilizzi effettuati in virtù di un’eccezione, mentre l’articolo 13 impone ai prestatori di servizi della società dell’informazione che memorizzano e danno accesso a grandi quantità di opere e altro materiale caricati dagli utenti l’obbligo di adottare misure adeguate e proporzionate volte a garantire il funzionamento degli accordi conclusi con i titolari dei diritti e a evitare che i loro servizi rendano disponibili i contenuti specificamente identificati dai titolari dei diritti in collaborazione con i prestatori stessi;
- titolo V, contenente le disposizioni finali relative alle modifiche di altre direttive, all’applicazione nel tempo, alle disposizioni transitorie, alla protezione dei dati personali, al recepimento, al riesame e all’entrata in vigore.
Questa nuova direttiva sul copyright è stata definitivamente votata ad inizio 2019. È infatti ormai noto che l’Europarlamento ha votato a favore della nuova direttiva UE per il diritto di autore in rete. Dopo l’assenso del Consiglio Europeo, non resterà che agli Stati membri di rendere operative le relative disposizioni.