CONVEGNO “IP & INDUSTRIA” Milano, 23.11.2023

Il convegno “IP & INDUSTRIA” si è tenuto a Milano presso la sede di Barzanò & Zanardo in modalità ibrida, con partecipanti in presenza e più di 200 persone collegate da remoto, come occasione di incontro e scambio tra il mondo dei professionisti IP e il mondo delle imprese.

La Proprietà Industriale è stata presentata dalla Dott.ssa Bardone non più come una questione d’accademia ma come ponte indispensabile con le imprese, nello spirito collaborativo di una crescita comune e sostenibile.

La B&Z Academy, promotrice dell’iniziativa, rappresenta uno strumento di formazione interna, per contribuire alla continua crescita professionale e personale richiesta ai nostri professionisti, e anche di formazione per così dire “esterna”, per divulgare la cultura della proprietà intellettuale anche tra le aziende.

La giornata è iniziata con una round-table: si è discusso del presente e futuro dell’IP e della consulenza, grazie alle testimonianze di consulenti in-house e manager di aziende leader, in Italia e all’estero, che hanno creduto ed investito nella proprietà industriale. La figura del professionista in proprietà industriale in-house si pone come risorsa interna all’azienda, in grado di comprendere le esigenze sia del management che della parte creativa e tecnica della propria azienda, e di orientare le scelte strategiche alla luce di una attenta valutazione del rischio e delle opportunità, per prevenire e possibilmente risolvere eventuali criticità, e cogliere e promuovere le nuove opportunità di tutela e sviluppo del know-how aziendale.

Il valore aggiunto della consulenza esterna (la cosiddetta “private practice”) è quello di consigliare e supportare l’impresa nel modo migliore per mantenere il suo vantaggio competitivo e ridurre il rischio imprenditoriale relativo alla proprietà industriale.

Si è evidenziato come il consulente, sia in-house che “esterno” sia una figura intermedia tra il tecnico ed il legale e, allo stesso tempo, sia più di entrambi. Deve tradurre in termini comprensibili al management aziendale i possibili i problemi e le opportunità legate alla tutela degli asset IP: il primo tema da affrontare è quello del linguaggio scelto. In tal senso, è fondamentale il costante approfondimento di questi temi, anche con pillole di formazione in proprietà industriale presso le aziende, per condividere un linguaggio comune ed arrivare ad una scelta strategica quanto più possibile netta senza però semplificare eccessivamente il tema.

Si è poi discusso dei vantaggi del Patent Box, uno strumento della proprietà intellettuale utile alle imprese per perseguire obiettivi di economicità e risparmio fiscale, ottimizzando i costi sostenuti per creare i beni IP, ovvero software protetti, brevetti industriali per modello d’utilità, certificati per varietà vegetali e topografie, modelli e disegni.

È stato analizzato, inoltre, il valore aggiunto che i diritti IP conferiscono ai prodotti: il consumatore sceglie il prodotto anche in base al valore che ha acquistato grazie al marchio o al brevetto che lo tutela. Il bene IP diventa, quindi, un valore finanziario oltre che un valore strategico per le imprese.

Nella seconda parte della giornata si è dedicato un interessante focus ad un recente approccio per la mitigazione dei rischi derivanti dalle possibili violazioni di diritti IP, ovvero alla possibilità di assicurarsi relativamente ai possibili costi a cui si va incontro conseguentemente al coinvolgimento in un’azione legale di contraffazione da parte di terzi titolari di diritti di proprietà industriale; in particolare si è discusso delle nuove opportunità, fornite essenzialmente da compagnie assicurative Inglesi, che permettono l’estensione di coperture assicurative anche al rischio di dover corrispondere un indennizzo a terzi per aver violato involontariamente un diritto di proprietà intellettuale. In tal senso, è indispensabile avvalersi della consulenza di un professionista IP che possa suggerire la migliore strategia, sia al fine di ridurre preventivamente gli eventuali rischi, che di provare la buona fede dell’assicurato per non incorrere in esclusioni dalla copertura fornita dalle polizze.

Si è poi aperta una ulteriore interessante tavola rotonda con alcuni rappresentanti di importanti imprese d’eccellenza del territorio italiano, in qualità di titolari di marchi che hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento della iscrizione nel Registro speciale dei Marchi storici. Sono stati infatti coinvolte direttamente alcune personalità di spicco della migliore impresa italiana e dei valori della storicità del proprio know-how e della strategia d’impresa. Anche grazie al contributo dell’Associazione Marchi Storici d’Italia, si è visto come il Marchio Storico sia uno strumento di valorizzazione e di comunicazione del patrimonio d’innovazione di cui le imprese d’eccellenza sono portatrici. Tale inestimabile patrimonio, di cui l’impresa è titolare, trova anche un riconoscimento ufficiale grazie alla iscrizione del marchio nel Registro speciale. La brand-identity si arricchisce così di un ulteriore canale di comunicazione e di certificazione dell’eccellenza italiana.

La round-table è stata animata dai contributi degli imprenditori coinvolti, i quali hanno condiviso la loro esperienza. I relatori hanno illustrato il proprio percorso, a partire dai primi passi nella fondazione dell’impresa, l’unicità dei processi produttivi e dei metodi di lavorazione dei prodotti che portano alla costruzione del successo nonché del valore aggiunto di una impresa storica del nostro territorio. Sono emersi spunti di riflessione che vedono nella “storicità” una maniera di misurare un’azienda, la garanzia di solidità della stessa e del valore che ha acquisito nel tempo grazie al riscontro dei consumatori. Essere titolari di un marchio storico diventa perciò la testimonianza di una azienda che resta radicata nel territorio, sostenendone i costi e credendo nel proprio business e nella propria identità. Storicità, quindi, come responsabilità.

Non da ultimo, si è visto come le imprese storiche siano riuscite a creare un connubio tra metodi di produzione, risorse del territorio e materie prime, tali da poter conquistare i mercati internazionali grazie alla innovazione e alla qualità che costituiscono il cosiddetto made in Italy. Allo stesso tempo, è stato interessante apprendere come, spesso, l’innovazione sia fatta di riscoperta di metodi antichi, reinventati per produrre l’eccellenza. In quest’ottica, la tutela dei diritti IP diventa uno strumento indispensabile per contrastare il fenomeno dell’Italian sounding e difendere la qualità dei prodotti anche grazie alla storicità dei propri marchi oltre che delle competenze acquisite, nei decenni, dalle risorse del territorio.

Il convegno si è concluso auspicando che le idee e gli spunti emersi dall’incontro tra professionisti IP e le imprese possano costituire il motore del dialogo e di una visione comune di crescita ed innovazione.

Per ogni approfondimento sui temi trattati, i consulenti B&Z sono a disposizione.

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