- CARATTERISTICHE PRINCIPALI: La Blockchain Ed Il Blockathon
Ad oggi, la contraffazione costituisce, secondo la Counterfeit and Piracy Watch List (7.12.2018) predisposta dalla Commissione Europea, il 2,5% del commercio mondiale. Dall’essere un fenomeno principalmente fisico, la contraffazione passata ad una sfera quasi incontrollabile in cui è necessario che gli strumenti e le leggi per controllarla cambino rapidamente.
Blockathon è il nome dell’iniziativa lanciata dall’EUIPO nel giugno 2018. Tale contest rappresenta un chiaro segnale della fiducia che l’Ufficio europeo ripone nel potenziale delle nuove tecnologie di fornire nuove ed efficaci soluzioni per la lotta contro la violazione dei diritti di proprietà intellettuale. In questa prima edizione, undici team di innovatori hanno avuto a disposizione 48 ore di tempo per dare vita ad un prototipo di software che, basandosi sulla tecnologia blockchain, potesse acquisire un ruolo importante nella lotta anti-contraffazione . Al termine della competizione, è stato il team italiano Cryptomice, capitanato da Thomas Rossi, ad aggiudicarsi il premio per la migliore soluzione con il prototipo “virtual twin” (gemello virtuale).
Il sistema blockchain è difatti una delle soluzioni più innovative applicate nel settore, ma in cosa consiste realmente? La blockchain permette di creare una “catena di blocchi” contenenti ciascuno più transazioni. Tramite questa tecnologia è possibile effettuare delle operazioni criptate in anonimato archiviando poi tutte le informazioni in un registro pubblico online. Lo scopo finale è, in sintesi, quello di eliminare del tutto l’intermediario nonché di ottenere dei dati non modificabili di operazioni criptate ed anonime.
Tornando al contest Blockathon, l’obbiettivo dell’EUIPO era di sviluppare una tecnologia di tracciabilità per contesti B2B al fine di migliorare l’efficienza della supply chain dei prodotti. Nello specifico, si tratta di soluzioni per contesti nei quali i brand owner si affidano in toto a catene di distribuzione per la commercializzazione dei loro prodotti, perdendo quindi il controllo sulla supervisione della propria catena di valore. Per esempio, quando sono marketplaces come Amazon o Alibaba a vendere ai consumatori finali determinati prodotti, i brand owner che non hanno implementato tecnologie anticontraffazione per la tracciabilità dei loro prodotti, non sono sempre in grado di verificarne l’autenticità.
Durante il contest, la società italiana Cryptomice ha dato vita ad un software capace di verificare rapidamente l’autenticità di un prodotto. La loro idea è stata quella di creare un prodotto “virtual twin”, collegato al prodotto fisico finale, che però, essendo basato sulla tecnologia blockchain, ha il vantaggio di non poter essere in alcun modo clonato e/o falsificato. Difatti, il valore aggiunto principale della tecnologia blockchain è quello di essere provvisto di un layer di dati immutabili, e grazie alla criptografia, non modificabili. Il concetto è semplice: per poter vendere un oggetto fisico è necessario essere in grado di dimostrare di possedere e, di conseguenza, di poter passare anche il suo gemello virtuale. La tecnologia blockchain permette di sapere in maniera inequivocabile se un oggetto è originale o contraffatto; al contrario, con un QR code finto, per esempio, è possibile fare un duplicato con le sembianze di un prodotto originale.
Nello specifico, quando un prodotto reale viene trasferito, anche quello virtuale, creato con la tecnologia blockchain e quindi non modificabile, deve essere passato al nuovo possessore. In questo modo, vengono generate delle vere e proprie “catene di possessori“. Con tale tecnologia risulta quindi facile risalire al creatore originale del “virtual twin”, o, in altre parole, al brand owner effettivo del prodotto, e verificarne, di conseguenza, l’originalità. Qualora un ente facente parte di tale catena di possessori – ovvero della supply chain del prodotto – si renda conto che il prodotto reale non corrisponde a quello virtuale, è possibile risalire a tutta la lista dei precedenti possessori di quel prodotto. In tale circostanza, il sistema permette di avviare una segnalazione di contraffazione del prodotto marcando in rosso la “linea di possessori” a rischio.
Con il tempo, agendo in questa maniera, e perciò con il susseguente accumularsi di tali segnalazioni, sarà possibile individuare quale(i) entità della supply chain non sta(nno) rispettando le procedure, mettendo in circolazione dei prodotti non originali, ovvero per i quali il gemello virtuale non corrisponde al prodotto reale di origine. Questa procedura ha quindi il potenziale di aiutare i brand owner ad individuare, in tempi brevi, i canali di distribuzione ad alto rischio di contraffazione. Ne consegue che, tagliando fuori dalla supply chain tali intermediari, dovrebbe essere ridotto, in maniera notevole, il rischio che prodotti non originali possano arrivare al consumatore finale.
- APPLICABILITÀ DIRETTA: Il Vino Ed Il Vinitaly
Con l’occasione del Vinitaly, che avrà inizio il prossimo 7 aprile, per tutelare i prodotti Made In Italy, il Mipaaf e Agea hanno avviato il progetto sperimentale italiano della Filiera 4.0 del Vino. Diverse aziende vinicole italiane hanno riposto grande fiducia nella blockchain come strumento capace di limitare la contraffazione nel settore del vino grazie a sistemi avanzati di tracciabilità digitali. Questa iniziativa, tecnicamente sviluppata da AlmaViva, utilizza la tecnologia blockchain per creare un layer di dati immutabili, nonché pubblicamente disponibili, riguardo ai prodotti vinicoli, certificando quindi in maniera certa l’origine e l’autenticità delle bottiglie di vino.
Nello specifico, sulla base dei dati forniti dal SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale), la piattaforma blockchain chiamata Ethereum permette di certificare la qualità delle produzioni vitivinicole. Nella pratica, viene quindi creata una sorta di carta d’identità del prodotto, facente riferimento ad informazioni quali l’origine delle sue materie prime, il processo di produzione, i controlli superati, le certificazioni ottenute e così via.
Inoltre, in questa applicazione diretta della blockchain, ogni attore facente parte della catena di possessori di una bottiglia di vino, prima che essa arrivi al consumatore finale, è tenuto a scrivere i dati delle proprie operazioni rendendo quindi tutto il processo di distribuzione trasparente, di pubblico dominio e chiaramente registrato attraverso la tecnologia blockchain.
Per tracciare al meglio ogni spostamento, al prodotto fisico, ovvero sui lotti delle bottiglie di vino, viene applicato un TAG NFC verificabile e leggibile attraverso l’APP eNology. Con tale tecnologia, è possibile, attraverso uno Smartphone o un tablet, accertarsi dell’origine del prodotto, risalendo quindi a tutta la catena di possessori che hanno contribuito al passaggio di quest’ultimo dal produttore al consumatore. Grazie a questa brillante iniziativa, non solo risulta più efficace la comunicazione con il consumatore finale ma vengono ridotte, proprio per le aziende vinicole stesse, le difficoltà spesso riscontrate nell’accertarsi di eventuali tentativi di contraffazione durante la catena di produzione e/o distribuzione del prodotto.
Per concludere, come già avanzato, i vantaggi offerti dalla blockchain in quanto sistema di tracciabilità digitale di prodotti fisici, quali ad esempio le bottiglie di vino, sono innegabilmente numerosi, e le premesse per ulteriori future migliore sono ottime. Tutto ciò premesso rimane, in ogni caso, fondamentale che le aziende si impegnino a costruire delle strategie di tutela pensate ad hoc contro la contraffazione al fine di ridurre eventuali perdite economiche derivanti dalla messa in commercio di falsi. A tal proposito, la competenza legale, nonché ingegneristica, di esperti nel settore della proprietà intellettuale ed industriale, rappresenta, in molti casi, una risorsa importante per proteggere le aziende da eventuali falsi e, soprattutto, per aiutarle a massimizzare il valore dei propri investimenti sulla qualità dei loro prodotti.